La Fondazione Andrea Cesalpino dal 2006 al 2015 ha investito oltre un milione e mezzo di euro in borse di studio, per specializzazione medica, per medici già specialisti in attività ospedaliera e promozione della ricerca clinica.
Negli ultimi anni, per le patologie relative alle neoplasie dell'apparato genitourinario, è divenuto necessario un approccio terapeutico multidisciplinare sia in ambito chirurgico, che radioterapeutico e farmacologico.
La creazione di una “Prostate Cancer Unit” (PCU) viene considerata, allo stato attuale, la miglior ottimizzazione possibile dell'attività multidisciplinare in virtù di una definizione di livelli organizzativi adeguati all'elevata complessità e qualità decisionale. La PCU consente una collaborazione e un contributo simultaneo di tutti gli specialisti, garantendo risultati migliori e offrendo ai pazienti l'approccio terapeutico più opportuno, valutato attentamente in maniera collegiale e tarato sulle necessità di ognuno di essi.
Piede Diabetico: un progetto per la sua prevenzione Il progetto sviluppato all'interno della S.C. di Diabetologia di cui è direttore la Dr. Lucia Ricci, si propone di valutare i pazienti che afferiscono alla Diabetologia per la prima volta con diagnosi di diabete o tramite il CCM.Lo scopo del progetto è quello di valutare le complicanze a carico degli arti inferiori nei pazienti diabetici, tramite uno screening identificando così in maniera precoce eventuali patologie, inserendo i pazienti in classi di rischio (basso, medio, elevato o elevatissimo) e programmare il follow up.Ciò permette di giungere in maniera tempestiva a diagnosi ed eventuali interventi terapeutici.
La ricerca, il cui titolo è: la dignità come fattore di cura”, si propone di indagare come variano gli elementi che costituiscono la dignità del malato in virtù della malattia stessa; ovvero quali sono gli elementi della dignità del paziente portatore di differenti malattie croniche. Abbiamo anche testato come la dignità del paziente può essere vista dal familiare che se ne prende cura e dall’operatore sanitario che l’assiste durante il ricovero. I risultati hanno messo in evidenza che i domini della dignità variano in funzione della malattia acquisita e il peso di ogni singola voce, non è uguale per tutte le malattie. Inoltre, visto che la dignità del malato passa attraverso gli occhi di chi cura, abbiamo osservato che la persona mantiene la sua dignità, o la perde anche in maniera evidente, se chi si prende cura del paziente (familiare o operatore sanitario), non ha la capacità di stabilire una relazione basata su abilità comunicative che vedono il paziente come un persona degna di valore.
Progetto di ricerca “Sanità di genere in ambito oncologico: prevenzione, trattamento e riabilitazione della patologia oncologica femminile” Responsabile Scientifico dott. Sergio Bracarda. Il progetto di ricerca è volto ad inquadrare specificamente la sanità di genere femminile in ambito oncologico. Già da qualche anno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica il “genere” come elemento portante per la promozione della salute finalizzata a sviluppare approcci terapeutici diversificati per le donne e per gli uomini. Più recentemente, in ambito oncologico, sono stati effettuati diversi studi epidemiologici che hanno evidenziato queste significative differenze di genere che riguardano non solo l'incidenza e l'aggressività delle patologie tumorali, ma anche la prognosi e l'eventuale risposta alle terapie oncologiche.
Progetto di ricerca “Gestione dei dati forniti dalla rete Arezzo Cuore e del sistema di telemedicina nella lotta alla sindrome coronarica acuta” Responsabile scientifico dott. Massimo Mandò
Il progetto di ricerca STEP nasce sulla base di una serie di evidenze cliniche e scientifiche in merito alla psicosi e in particolare alla schizofrenia e si rivolge ai giovani tra i 16 e i 34 anni. La schizofrenia è una patologia cronica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, con una gravità tale da limitare le normali attività di vita della persona. La schizofrenia è spesso descritta in termini di sintomi "positivi" e "negativi" (o deficit). I sintomi positivi possono includere deliri, pensieri disordinati e allucinazioni e, generalmente, rispondono bene ai farmaci . I sintomi negativi sono i deficit delle normali risposte emotive o di altri processi di pensiero. Questi rispondono meno bene ai farmaci. Essi solitamente comprendono una sfera affettiva piatta o poco accentuata, scarsità a provare emozioni, povertà del linguaggio, incapacità di provare piacere, mancanza di desiderio di formare relazioni e la mancanza di motivazione. La ricerca suggerisce che i sintomi negativi contribuiscano maggiormente alla scarsa qualità di vita e alla disabilità funzionale più di quanto non facciano i sintomi positivi. Gli individui con importanti sintomi negativi spesso presentano una storia di scarso adattamento già prima della comparsa della malattia e la risposta alla terapia farmacologica è spesso limitata. Schematizzando, alla base dei sintomi negativi, sono stati individuati specifici deficit nelle cosiddette “funzioni cognitive”. La compromissione riguarda la maggior parte delle “funzioni cognitive” (attenzione, working memory, memoria episodica verbale, capacità di astrazione, funzioni esecutive, linguaggio, coordinazione psicomotoria), con deficit più accentuati nelle prove di attenzione, funzioni esecutive e memoria (Saykin et al., 1991). Quindi, se per i sintomi positivi, è funzionale l'intervento farmacologico, per i sintomi negativi è necessario un altro tipo di approccio. Da qui nasce il progetto STEP, il quale si propone di individuare i giovani a rischio esordio psicotico, mediante un percorso di diagnosi specifica che fa da presupposto per un intervento terapeutico-riabilitativo integrato precoce.
Progetto di ricerca “La terapia Neuro-psicomotoria – l’intervento precoce in età evolutiva”. Responsabile scientifico dott. Luciano Luccherino
Il mio progetto di ricerca sarà focalizzato sulla ricerca di nuovi approcci in grado di prevenire e trattare i tumori che colpiscono più frequentemente gli uomini rispetto alle donne, che in termine tecnico viene definita Sanità di Genere maschile. Il mio interesse principale sarà la patologia oncologica genito-urinaria, ma anche altri tipi di neoplasie a maggior incidenza nel sesso maschile come i tumori del tratto gastro-enterico.
Progetto di ricerca "Valutazione svezzamento della ventilazione meccanica non invasiva (NIV) in UTIP". Responsabile scientifico Dott. Raffaele Scala.
Progetto volto a definire i criteri per la sospensione del trattamento con ventiloterapia non invasiva (NIV), laddove quest’ultima venga utilizzata per il trattamento della insufficienza respiratoria acuta de novo o cronica riacutizzata. La definizione di criteri per il decalage e l’interruzione della ventiloterapia possono rappresentare una valida guida per la “good clinical practice”, sia in termini di beneficio per il paziente, che di gestione delle risorse sanitarie.
Progetto di ricerca "Studio pilota sulla radioterapia stereotassica nei pazienti oligometastatici". Responsabile scientifico Dott.ssa Luciana Lastrucci, UOC Radioterapia Ospedale San Donato Arezzo Obiettivi del progetto • Identificare un gruppo di pazienti in cui la potenziale lunga storia naturale di malattia giustifichi un trattamento personalizzato, per rendere la prognosi ulteriormente favorevole • Verificare la possibilità di personalizzare i tipi di trattamento per i cari istotipi • Definire una metodologia d’inquadramento e gestione sufficientemente omogenea tale da poter costituire un possibile standard di trattamento dei pazienti che rientrino nella definizione utilizzata in questo protocollo • Valutare i possibili risultati in termini di controllo locale (LC), sopravvivenza libera da progressione (PFS) e sopravvivenza globale (OS) rispetto ai controlli storici, al fine di proporre eventualmente nella stessa categoria di pazienti un possibile studio controllato, teso a validare le metodologie applicate.