Declassamento Medicina Nucleare di Arezzo: la nostra preoccupazione

La Fondazione Andrea Cesalpino, che promuove la ricerca e la formazione nell’Azienda Sanitaria Aretina, pur rendendosi conto delle difficoltà economiche in si trova il sistema sanitario della Regione Toscana in questi momenti, si associa al Calcit di Arezzo sulla perplessità riguardante il declassamento a struttura semplice della Unità di Medicina Nucleare Aretina.

Storicamente da oltre 10 anni la Medicina Nucleare ha svolto per le aziende sanitarie attualmente confluite nell’Area Vasta Sud Est il servizio PET-TAC, la cui strumentazione è stata acquisita con il contributo dei cittadini aretini, per i pazienti residenti nel territorio di riferimento. Come è noto, l’Area Vasta Sud Est si estende su un territorio molto ampio con una popolazione di circa 800mila abitanti.

A nostro avviso, una singola struttura complessa rappresenta una interpretazione restrittiva anche riguardo l’ampiezza della zona e il numero degli abitanti, consapevoli che quanto più un territorio è vasto tanto più ci si allontana dai cittadini-utenti.

Come Fondazione siamo ulteriormente preoccupati che un gruppo di operatori che hanno sviluppato negli anni una passione per la innovazione e la ricerca clinica possa essere demotivato nel proseguire questa attività in assenza di una direzione locale responsabile della qualità del servizio e delle buone pratiche cliniche ad esso annesse. E’ opinione diffusa in città che si possano indebolire eccellenze organizzative e strutturali per la cui realizzazione hanno contribuito i cittadini aretini, di cui fra l’altro si sentono molto fieri.

Alla nostra struttura sanitaria è riconosciuta un’alta qualificazione nel settore dell’oncologia clinica; in articolare nell’ oncologia urologica, settore che si avvale fortemente dell’apporto della medicina nucleare con il contributo della PET-TAC.

Siamo inoltre molto preoccupati che questo declassamento possa avvenire per altre attività di punta della nostra azienda sanitaria e che questo possa avere connessione con una ricaduta occupazione che comporti una diminuzione di medici, infermieri, tecnici e quant’altro.