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Ricercatrice

DR. LUCIA PITTI

Mi sono laureata presso l’Università degli Studi di Firenze nel 2011, ho poi proseguito i miei studi specializzandomi in Psicoterapia ad orientamento umanistico e bioenergetico nel 2017. Nel frattempo nello stesso anno ho conseguito la qualifica di Istruttore Protocolli Mindfulness presso il centro Italiano di Studi Mindfulness (C.I.S.M.) di Roma.

About Me

Raccontaci qualcosa di te... Mi sono laureata presso l’Università degli Studi di Firenze nel 2011, ho poi proseguito i miei studi specializzandomi in Psicoterapia ad orientamento umanistico e bioenergetico nel 2017. Nel frattempo nello stesso anno ho conseguito la qualifica di Istruttore Protocolli Mindfulness presso il centro Italiano di Studi Mindfulness (C.I.S.M.) di Roma. Attualmente sto proseguendo la mia formazione di mindfulness in ambito oncologico e frequento il corso biennale di Psico-oncologia presso l’Istituto Tumori Regina Elena di Roma. In ambito personale amo fare lunghe passeggiate in campagna, ascoltare musica e leggere. Puoi illustrarci in cosa consiste concretamente la tua ricerca/attività? La mia attività risulta operativa nell’ambito del Dipartimento Oncologico dell’Azienda USL Toscana Sud Est – presso i Presidi Ospedalieri delle zone sanitarie del Casentino, Valtiberina e Valdichiana della Provincia di Arezzo. L’attività consiste in incontri di counseling e sostegno psicologico con pazienti oncologici e/o con i loro famigliari, attraverso l’utilizzo di protocolli mindfulness e training autogeno. Questo permette di andare ad incrementare o rintrodurre strategie e risorse positive che la persona può utilizzare durante il percorso oncologico andando a beneficiare sulla qualità della vita. Quali sono gli aspetti positivi e negativi che hai incontrato nel tuo lavoro di ricerca? La costruzione della relazione con il paziente con i famigliari e con il personale sanitario è l’aspetto positivo del mio lavoro, questa richiede infatti la possibilità e la capacità di creare alleanza e fiducia terapeutica, l'aspetto negativo (più faticoso) è il lavoro sul dolore nella relazione d'aiuto. Quali sono le tue aspettative al termine del lavoro? Mi aspetto di poter introdurre l’uso dei protocolli mindfulness e training autogeno come strumento e strategia stabile a portata del paziente e del famigliare come aiuto nel percorso oncologico. Mi aspetto anche di poter rafforzare l’importanza della figura dello psicologo in ambito oncologico come sostegno al paziente, ma anche come parte integrante, non accessoria, nel percorso del trattamento della terapia oncologica.