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Ricercatrice

DR. SILVIA MAGI

Svolgo la professione di podologo da 15 anni con grande passione, da sempre affascinata dalla patologia del 'piede diabetico' per il quale ho frequentato anche un master all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma presso il Policlinico Agostino.

About Me

Raccontaci qualcosa di te… Svolgo la professione di podologo da 15 anni con grande passione, da sempre affascinata dalla patologia del 'piede diabetico' per il quale ho frequentato anche un master all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma presso il Policlinico Agostino. Puoi illustrarci in cosa consiste concretamente la tua ricerca? La ricerca consiste nell'effettuare con strumenti semplici, indagini a carico degli arti inferiori per valutare l'eventuale presenza di patologie legate al diabete come la neuropatia sensitivo-motoria o la presenza di arteriopatia, spesso asintomatiche nei paziente con diabete. Quale ricaduta hanno i risultati della ricerca, anche a lungo termine, sulla cura e l’assistenza dei pazienti? I nostri pazienti vengono studiati in classi di rischio secondo le linee guida internazionali (IWGDF) permettendoci di studiare un follow up adeguato per la loro cura. Quali sono gli aspetti positivi e negativi che hai incontrato nel tuo lavoro di ricerca? Gli aspetti positivi di questa ricerca sono senz'altro molti: l'individuazione più rapida di eventuali rischi di sviluppare complicanze agli arti inferiori, la tempestività nella comunicazione con l'ambulatorio del piede diabetico per visite più approfondite ed accertamenti diagnostici di livello superiore, i controlli più frequenti per i pazienti più a rischio. Questo tipo di ricerca dato il numero cospicuo di pazienti comporta un grosso lavoro in termine di elaborazione dati e di tempo materiale per effettuare praticamente lo screening sui pazienti. Come definiresti i rapporti che hai costruito all’interno del dipartimento/struttura/reparto presso la quale hai operato (con pazienti, personale medico e paramedico, altri)? Nel portare avanti questa ricerca, oltre ad una grande soddisfazione personale, ho avuto modo di sviluppare ottimi rapporti umani e professionali con tutto il personale medico e infermieristico (tutti sempre disponibili e collaboranti), ma soprattutto con i pazienti, motivo in più per continuare a lavorare con costanza e tenacia. Quale importanza ha per te la ricerca clinica nella pratica medica quotidiana? La scienza si basa sulla ricerca, non solo per scoprire cose nuove, ma anche per validare alcuni percorsi già in atto. Che significa fare ricerca clinica ad Arezzo e al “San Donato”? Arezzo e l'Ospedale San Donato sono una realtà in cui esistono già dell'eccellenze in vari Dipartimenti, per cui non si può essere altro che fieri di poter collaborare e contribuire al lavoro di tanti professionisti impegnati.