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Con il suo trasferimento in Umbria, il professor Sergio Bracarda oltre alla guida della Oncologia aretina, lascia anche la direzione del comitato scientifico della Fondazione Cesalpino.

Paola Butali gli ha riservato un saluto particolarmente caloroso: “In qualità di Presidente e da parte di tutti i Consiglieri e Collaboratori della Fondazione Cesalpino desidero rivolgerti i miei ringraziamenti per il preziosissimo contributo che hai saputo offrirci in questi 5 anni alla guida del Comitato Scientifico.  In questo periodo abbiamo avuto modo di conoscere la tua dedizione, il tuo impegno e la tua costanza, perseguendo con tenacia gli obiettivi per una sanità di qualità e dal volto umano. Professionalità, serietà e semplicità con cui hai gestito una realtà importante e complessa come il Dipartimento Oncologico. Qualità queste unanimemente riconosciute dal personale medico, paramedico e, soprattutto, dai pazienti.  Grazie al tuo apporto professionale – ha detto ancora Butali a Bracarda - e alla tua spiccata capacità di visione, la Fondazione è riuscita a raggiungere importanti traguardi dal punto di vista dei progetti di ricerca clinica realizzati e delle iniziative di sensibilizzazione ed educazione sanitaria della cittadinanza aretina. Il tuo sguardo particolare alle giovani generazioni ha permesso la realizzazione del progetto Giona, dove con la freschezza del linguaggio dei ragazzi si sta lentamente affermando una coscienza della prevenzione. Nondimeno ti ringraziamo per le osservazioni e gli stimoli che hai offerto alla Fondazione per una sua sempre maggiore qualificazione e crescita nel tessuto sociale e culturale della città a supporto di una migliore sanità pubblica. Di queste sollecitazioni faremo prezioso tesoro.”. 

Sotto la guida del Comitato Scientifico da parte del professor Bracarda, la Fondazione ha conseguito importanti risultati di cui spesso l’intera comunità provinciale sta fruendo pur senza esserne direttamente a conoscenza.

Con il programma di ricerca clinica triennale 2014-2017 sono state finanziate 12 borse di studio a favore di altrettanti giovani professionisti su progetti di ricerca in differenti discipline mediche. Si è così innalzato il livello di qualità delle competenze professionali all'interno delle varie unità ospedaliere con ricadute immediate sulle prestazioni. 

Poi il Progetto "Sanità di genere in ambito oncologico”.  Questo progetto sulla patologie oncologiche femminili e maschili crea un ponte conoscitivo ed operativo trasversale fra varie branche della medicina oncologica, tra specialità e competenze mediche, per formare una cultura e una presa in carico della persona che tenga conto delle differenze di genere, non solo sotto l’aspetto anatomo-fisiologico, ma anche delle differenze biologico-funzionali, psicologiche, sociali e culturali, oltre che ovviamente di risposta alle cure.

Determinante poi Il tema della prevenzione oncologica e cardiovascolare che è stata un faro dell'attività del professor Bracarda e della Fondazione Cesalpino. Oltre al progetto GIONA (un progetto peer-to-peer rivolto ai giovani studenti delle scuole superiori) e alle iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza (Festival della prevenzione e dell'innovazione in Oncologia), il progetto “Mi sto a cuore: investo in salute”, una intensa campagna di sensibilizzazione in tema di prevenzione rivolta alla cittadinanza e ai giovani (video-clip, manifesti, sito internet) che si concluderà i prossimi 20 e 21 novembre con la messa in scena di uno spettacolo teatrale al Mecenate di Arezzo. 

Sotto la sua guida, con la diretta collaborazione della cardiologia diretta dal professo Bolognese e dell’area dell’emergenza diretta dal dr. Mandò, il primato italiano di "Territorio cardiologicamente protetto" con 800 defibrillatori installati e circa 20.000 soccorritori formati. 

Per concludere con il progetto di promozione e ricerca in merito all'intervento dello psicologo in oncologia. I disturbi psicopatologici, sono fattori di rischio del peggioramento della qualità della vita e di un aumentato rischio di disagio psichico nella famiglia, oltreché di una ridotta aderenza ai trattamenti e di una alterata relazione medico-paziente, con sviluppo di “abnormal illness behavior”. E' pertanto fondamentale assicurare, nel processo di cura, un sostegno psicologico a chi affronta una malattia che coinvolge la persona e il suo sistema di vita da un punto di vista biologico, cognitivo, emotivo, relazionale e sociale.