Il sistema 118 Arezzo svolge la propria attività con il fine di ridurre la mortalità extra-ospedaliera e quindi tra i suoi scopi senz’altro possiamo annoverare la lotta alla morte cardiaca improvvisa, che colpisce nei Paesi del mondo occidentale con una frequenza di 1 caso su 1000 abitanti all’anno. La letteratura scientifica in materia di arresto cardiaco improvviso (ACR) non traumatico suggerisce tra i vari metodi di approccio al problema anche quello di costituire un sistema di defibrillazione precoce non sanitaria sul territorio, volto ad anticipare i tempi della rianimazione cardio-polmonare e della defibrillazione, elementi fondamentali per la sopravvivenza delle vittime. I progetti cosiddetti “P.A.D. (Public Access to Defibrillation”) hanno successo nel momento in cui riescono a coinvolgere il territorio di interesse sia in termini di defibrillatori presenti che di personale non sanitario formato al loro utilizzo, unitamente alla presenza di un valido sistema di ricezione della chiamata di soccorso (Centrale Operativa 118) e di attivazione dei DAE presenti sul territorio e dei loro utilizzatori.